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Immagine del redattoreAndrea Bonacossa

Coso sdraiato, da slitta centrato



Quel coso in granito,

da un auto attentato,

fu presto aggiustato

e riposto diritto.


E il Natale s'avvicina

col freddo e le luci,

tra la neve e la brina

al buio senti delle voci:


“Giacometto è stato bravo,

avrà una ruspa da scavo!

Marcolino è più monello,

gli daremo un cappello!”


È il buon Babbo esaminante

i bambini del rione:

se avran calze col carbone

o i pompieri con l’idrante!


Prima che sia il Venticinque

passa a fare un sopralluogo:

va di notte un po' ovunque,

dal paese al capoluogo,

per capire i desideri

ed i sogni più sinceri.


Lo slittone con le renne

vola in Via Matteotti,

darà gioia al quarantenne

tanto quanto ai bambinotti.


S’è aggiornato Santa Claus,

riesce a usare anche il mouse:

sempre rosso è il cappotto

ma la termica c’ha sotto!

Seppur vecchio è digitale:

Google Maps, navigatore,

per sapere dove andare.


Vicino alla pescheria

tira fuori il cellulare

con la via da visitare:

non si ferma ma prosegue

a volare nel paese!


“Babbo, pensa a guidare

o t’andrai a schiantare!

Sfonderai la farmacia,

maledetto il tuo palmare!”


Sbanda la slitta,

lui sterza in fretta;

BAM! Forte botta!

Subito sbotta, poi

si ferma e smonta.


Distratto dall’aggeggio

contro un coso è finito:

quel pilastro veggio,

nostro mito in granito!


Nuovamente sdraiato

da un distratto guidatore,

ma è più giusto dir “strappato”,

abbattuto per errore!


Pure Babbo ci si mette

contro i cavalier pietrosi,

anche lui guidando miete

un di quei graniti oziosi!


Sentendosi un po' scemo

(s’è pure rigato il fianco)

gli dà l’omaggio estremo

co’ un nastrino rossobianco;


vola via in un baleno

sperando di non esser visto

e il caduto sul terreno

lancia insulti allo sprovvisto.


Questa la mia letterina

o buon Babbo, per ‘ste feste,

l’anno nuovo s’avvicina

‘scolta un po' le mie richieste:


Nuovi scrittori all’Onda

e le pagine più piene:

lo spazio certo abbonda

venga chi per scriver freme!


E fortuna ai pilastri,

divelti più che eretti!

Guidatori impiastri

li vorrebbero distrutti;

sghignazzano i poetastri

che vi scrivono sonetti,

ma i pedoni indifesi

soffrono a vederli lesi.


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