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Immagine del redattoreLuca Sivelli

In morte del DDL Zan

Vivevo allora su una poltroncina

La cui pelle era sgualcita e la radice arroventata.

Certamente si placava la farsa di giornata

Con bagni di morfina,

Moine e coccole di cioccolata.

Il cosmo per me un brandello umano,

Un'arena, un palco ai lati della sala:

Ma dei teatranti orchestrano un drappo

Rosso, con occhio mondano,

Una vecchia sentenza, il soffitto infinito

E il sipario che cala.

Orrore! Spira ancora la prona Civiltà,

Mutilata da un colpo ossuto dell'amorfo rito,

La taglia in due la luce

Che è materia brillante o brutale irrealtà.

Ecco, nuovamente:

Nella bocca coatto copione,

Dentro e intorno le stesse poltrone

E anche l'eletto votante gioisce latente in lutto.

Civiltà, qui si è uccisa e insieme a lei

Il teatro tutto.

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