L’oro olimpico dell’australiano nello short track di vent'anni fa
Steven John Bradbury: molti sentendo questo nome si domandano chi sia, non sapendone nulla. Ad altri, soprattutto tra chi ha una certa età, però scatta la scintilla e tornano alla mente immediatamente le gesta di questo australiano sfortunato prima e fortunatissimo poi.
Bradbury è un pattinatore specializzato nello short track, sport che ha praticato sin da giovane riuscendo a conquistare diversi successi nei primi anni di carriera con un bronzo olimpico a Lillehammer 1994 e ben tre medaglie nei campionati mondiali. La sua sembra una carriera destinata a grandi successi ma ecco che entra in gioco la sfortuna.
Poco dopo le Olimpiadi del 1994, durante una gara si scontra con un altro atleta che cadendo gli recide l’arteria femorale. Perderà quattro litri di sangue rischiando anche la morte; ci vorranno 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione per tornare a gareggiare. Finita qui? Macché, nel 2000 durante un allenamento cade e si frattura il collo.
Bradbury però non molla e riesce a qualificarsi per le Olimpiadi di Salt Lake City 2002, prendendo parte a due gare. Nei 1500 metri esce al secondo turno, ma nei 1000 metri la ruota della fortuna gira e tutti gli eventi gli sono favorevoli, dai quarti fino alla finalissima. Ai quarti, appunto, Bradbury arriva terzo quando c’erano solo due posti per qualificarsi: un suo rivale viene quindi squalificato e Bradbury giunge alle semifinali.
Qui continua la sua impresa: arriva all’ultimo giro da ultimo ma nel finale i suoi avversari si scontrano, cadono, uno sarà addirittura squalificato e quindi è finalissima per il nostro eroe. Tutto bello finora, ma in finale che figura potrà fare? Effettivamente si arriva nuovamente all’ultima curva con Bradbury ultimo con un certo distacco, ma ecco che succede nuovamente l’inimmaginabile.
In un tentativo di sorpasso, un suo rivale scivola e trascina per terra anche gli altri tre: Bradbury arriva a dietro, non scivola, e va a trionfare a braccia alzate. Tra le altre cose è il primo oro olimpico invernale per un atleta dell’emisfero meridionale. Proprio dal suo trionfo deriva il detto “doing a Bradbury” usato per una vittoria molto inaspettata.
Il video della gara con il commento della Gialappa's Band
Le Olimpiadi, invernali o estive indifferentemente, portano sempre un bagaglio infinito di storie particolari; sono il sogno di una vita e anche solo partecipare rende gli atleti felici di quello che hanno fatto. Essere competitivi, o addirittura vincere medaglie, non ha eguali.
Chissà che storie si potranno raccontare ai giochi di Beijing 2022 che inizieranno il 4 febbraio…
Fonti: Olympics.com, Wikipedia
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