Ennesima aggressione a sfondo razziale, che questa volta ha coinvolto ragazzini.
Ancora un episodio di antisemitismo. Ancora discriminazione e violenza contro gli ebrei. Questa volta è successo a Campiglia Marittima (Livorno), in un tranquillo parco pubblico della cittadina toscana. Due giorni fa, un dodicenne si divertiva a giocare con i propri amici, come il resto dei ragazzini presenti nel parco di Venturina, quando una coppia di ragazzine poco più grandi si è avvicinata e ha cominciato ad aggredirlo fisicamente e verbalmente solo perché ebreo. Calci, pugni, sputi. “Devi morire nei forni” gli hanno detto. Ma il ragazzino non è stato aiutato da nessuno dei presenti in quel momento. Violenza gratuita nella più totale indifferenza generale e di una gravità inammissibile, soprattutto poiché avvenuta a pochi giorni di distanza dalla Giornata della Memoria.
Il piccolo, dopo essere tornato a casa, ha riferito l’accaduto alla famiglia, la quale non ha esitato a denunciare. Immediata la solidarietà da parte dell’Amministrazione comunale e della cittadinanza tutta: “Inammissibile. Gravissimo. Sconcertante. Inimmaginabile - scrive il sindaco sulla propria pagina Facebook -. Un ragazzino aggredito, picchiato, offeso, umiliato per il suo credo religioso. Apostrofato, deriso e assalito dagli sputi di due quasi adolescenti. Mi dispiace per la crudezza della descrizione, ma niente di paragonabile rispetto a quello che quel ragazzino si porterà dentro per sempre. Quanto accaduto deve interrogare le istituzioni, ma anche le famiglie, ed i cittadini tutti”.
E sulla base di questo e di alcune testimonianze oculari raccolte nella giornata di ieri, la Procura presso il tribunale dei minori di Firenze ha aperto ufficialmente un fascicolo sul caso, che ha suscitato enorme clamore in tutta Italia: lesioni aggravate dall'odio razziale è l'accusa, ancora a carico di ignoti. È probabile che venga inserita nel fascicolo degli indagati la ragazzina quattordicenne. Mentre l’altra, tredicenne, non è perseguibile penalmente. I carabinieri stanno provando ad entrare in possesso dei filmati delle telecamere presenti in zona, per capire meglio la dinamica dell’accaduto. Nel frattempo, nessuna richiesta di scuse da parte delle ragazzine e delle rispettive famiglie. Segno che non è stato fatto abbastanza per la sensibilizzazione sull’Olocausto. Questo lo sfogo del padre della vittima: “Io non ce l'ho coi genitori delle ragazzine ma sono devastato, come mio figlio. Mia nonna si salvò perché le vicine di casa la avvertirono dell'arrivo dei tedeschi, mio figlio si è trovato solo. Devono vergognarsi. Non mi hanno chiesto scusa ma devo dire che umanamente potrei accettarle, moralmente no: c'è un'indagine, non è una ragazzata. Potrebbe accadere di nuovo”.
Ed è proprio questa la cosa più grave: potrebbe accadere di nuovo, come spesso è già accaduto. Secondo un rapporto dell’Organizzazione sionista mondiale e dell’Agenzia ebraica, il 2021 è stato l'anno più antisemita del decennio. Il documento rileva “più di 10 incidenti antisemiti al giorno”. I maggiori casi registrati hanno compreso vandalismo e distruzione, graffiti e dissacrazione di monumenti e propaganda. Le aggressioni fisiche o verbali hanno rappresentato meno di un terzo del complesso. E in cima alla lista degli incidenti c’è proprio l’Europa, con circa il 50% del totale. Poco dopo il Nord America, con in testa gli Stati Uniti (30%), e il Canada. Una profonda mancanza di rispetto per la comunità ebraica tutta, da sempre presente in Italia e in Europa, che proprio oggi ricorda lo sterminio di oltre sei milioni di persone.
Possiamo evincere da questo episodio che la sensibilizzazione su questo tema non è mai troppa, soprattutto tra i più giovani. La scuola ricopre un ruolo molto importante in questo ambito, ma sono soprattutto le famiglie a dover fare la propria parte. Un’educazione adeguata dovrebbe essere la base del rispetto e della convivenza civile. E in particolar modo quando si parla dello sterminio degli ebrei. Evitare che si verifichino casi che possano essere solo lontanamente simili a ciò che successe ormai novant’anni fa, deve essere una priorità nazionale per la salvaguardia delle minoranze ed il mantenimento dell’integrità del nostro Paese. Del resto come ci ricorda la senatrice sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre: “Domani non ci saremo più noi a tramandare la memoria, ma resteranno le testimonianze, i documenti, le pietre d’inciampo, le storie. Sta a voi custodirle”. È compito delle nuove generazioni portare avanti il ricordo. Ma le nuove generazioni sembrano fare passi indietro nella direzione opposta, come dimostra il violento episodio accaduto due giorni fa.
Andrea Mastroberti
Rapporto O.S.M.=https://www.wzo.org.il/world-zionist-organization
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