"Il carcere rieducativo in Italia viene spesso descritto come qualcosa di immeritato ed uno spreco, ma sarà effettivamente così?"
Quando pensiamo ad un carcere, siamo soliti pensare ad una struttura in cui chi è stato condannato per un reato debba essere punito, ma siamo sicuri che questa sia una cosa giusta?
Non fraintendetemi, ovviamente chi è in carcere, lo è perché ha infranto la legge, quindi ha compiuto qualche atto immorale, ma è qui che vi pongo una domanda:
"E' meglio che il carcere sia educativo o punitivo?"
Il carcere rieducativo in Italia è un concetto relativamente giovane, introdotto nel 1975, aveva l'obbiettivo del reinserimento in società dei reclusi.
Un detenuto in carcere può perdere per anni contatti col mondo esterno e, una volta uscito, non avere alcuna prospettiva davanti a sé, perciò, senza alcun appoggio finanziario, potrebbe tornare facilmente a delinquere.
Proprio per questo è stato introdotto il sistema rieducativo, che consiste nel dare opportunità, come studio e lavoro a detenuti ritenuti idonei, così che, una volta usciti, abbiano più possibilità di trovare un posto di lavoro e quindi di reintegrarsi nella società come effettivi cittadini.
(corso di teatro tenuto in carcere)
In realtà, dati alla mano, solo un criminale rieducato su mille torna a commettere reati!
Un risultato a dir poco impressionante.
È triste sentire come tutto questo venga spesso definito solo come un "investimento inutile" o come "uno spreco di soldi", questa cifra non migliora solo la vita dei singoli carcerati, che possono tornare come parte attiva della società dopo aver comunque scontato la loro pena, ma anche quella di noi comuni cittadini.
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