Autori dell'articolo: Vincenzo Russo e Gianluca Baldini
Domenico Lucano, detto "Mimmo", l'ex Sindaco di Riace (provincia di Reggio Calabria) è stato condannato a 13 anni e 2
mesi per il processo "Xenia", per sospetti illeciti sulla gestione dei migranti.
La sentenza svolta presso il Tribunale di Locri condanna Lucano a quasi il doppio degli anni chiesti dalla pubblica accusa, cioè 7 anni e 11 mesi.
Lucano è stato accusato per abuso d'ufficio, truffa, falsità ideologica, convulsione, turbativa d'asta, peculato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Vista la lunghezza del processo e la dichiarazione da parte di un giudice di false accuse su truffa e altro nei confronti di Lucano si arriva a pensare ad un’infiltrazione politica e ad un'errata valutazione nella magistratura come già si è visto in altri processi durati a lungo senza esiti a breve termine.
L'ex primo cittadino nel 2018 fu sottoposto agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e dopo fu applicato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace, revocato dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019. Per via del divieto di dimora a Riace non gli fu concesso di vedere e accudire il padre malato di leucemia per diverso tempo.
La sentenza ha anche stabilito che l'ex Sindaco di Riace dovrà anche restituire 500mila euro riguardo i finanziamenti da parte del Governo Italiano e dell'Unione Europea. Lucano afferma che può andare in carcere, ma che non
può accettare il tentativo di umiliazione morale. Rivendica con giustizia e orgoglio e afferma che rifarebbe di nuovo ciò che ha fatto.
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