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Immagine del redattoreVincenzo Russo e Gianluca Baldini

Via libera alla Riforma del Consiglio Superiore della Magistratura

Fine al giro tra politica e magistratura; la separazione delle funzioni; un sistema elettorale misto per l’elezione dei consiglieri togati del CSM che però non prevederà il SORTEGGIO DEI COLLEGI.

Entreranno in funzione nuove regole.

Con 328 SÌ, 41 NO e 25 ASTENUTI, LA Camera ha finalmente approvato la RIFORMA dell’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO che ora passerà al Senato.

I voti contrari sono stati quelli di Fratelli d’Italia e L’Alternativa C’è.

Se Forza Italia e MoVimento 5 Stelle voteranno a favore pur sottolineando che la riforma non è come loro desideravano.

Il ministro della giustizia Marta Cartabia sostiene che questa sia la riforma migliore possibile.


Ora passerà al Senato della Repubblica, dove il percorso potrebbe essere insidiato da Italia Viva in considerazione dei numeri più ridotti su cui la maggioranza può contare a Palazzo Madama rispetto a Montecitorio.


MA QUALI SONO LE NOVITÀ?


IL CSM

- Il sistema elettorale sarà misto, binominale con quota proporzionale.

- Non sono previste liste.

- Il sistema di basa su candidature individuali.

- Dovranno esserci un minimo di 6 candidati in ogni collegio binominale, di cui almeno la metà del genere meno rappresentato.

- Se non arriveranno candidature spontanee o non si garantirà la parità di genere, ci sarà un sorteggio per arrivare al minimo dei candidati previsti.


PER LE NOMINE:

Cambieranno le regole per l'assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi.

il CSM dovrà procedere alle nomine in base all'ordine cronologico delle scoperture. Verranno introdotte norme di trasparenza e saranno pubblicati online gli atti e i curriculum. Inoltre si prevede l'obbligo di audizione obbligatoria di non meno di 3 candidati per il posto da assegnare.


STOP ALLE PORTE GIREVOLI: C'è il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali. E tanto altro.


CANDIDATI NON ELETTI: I magistrati che si sono candidati in competizioni elettorali e non sono stati eletti per tre anni non potranno tornare a lavorare nella regione che ricomprenderà la circoscrizione elettorale in cui si sono candidati né in quella in cui si troverà il distretto dove lavoravano, in più non potranno assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali più delicate.


MAGISTRATI CON INCARICHI APICALI: Dopo un mandato di almeno un anno, resteranno per ancora un anno fuori ruolo, ma non in posizioni apicali, e poi rientreranno, ma per tre anni non potranno ricoprire incarichi direttivi.

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